R
ivedo apparir all’uscio uno sconosciuto,
Lacerante il palpito, un tuffo al cuore.
Alle mie giovani luci, Lui!
Lacero, incolto, cencioso,
a brandi di juta,
gambe, piedi e corpo soccorsi;
tal sovvienmi Papà mio.
Irridente la vita,
d’un tardo autunno a guerra finita,
oltre i confini del credibile,
il suo ritorno in famiglia.
A malasorte, da lontane sponde,
dai liti del Baltico,
senza mezzi che di fortuna,
tra macerie e bronchi e fonti di dolori.